Microplastiche nel fiume Po: i dati mostrano un miglioramento reale

Quando si parla di microplastiche nei corsi d’acqua, il dibattito pubblico tende spesso ad assumere toni allarmistici, alimentati da percezioni generiche e da un racconto che non sempre si fonda su evidenze concrete. Nel caso del fiume Po, invece, possiamo contare su studi scientifici puntuali e autorevoli, che permettono di tracciare un quadro realistico e documentato della situazione.

Il Manta River Project: monitoraggio scientifico lungo il Po

Nel 2020, l’Autorità Distrettuale del Fiume Po ha avviato il Manta River Project, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, Arpa Daphne e AIPo. L’obiettivo era misurare per la prima volta in modo sistematico la presenza di microplastiche nelle acque del fiume. Il progetto ha previsto una campagna di campionamento lungo 400 km, da Torino al delta del Po, utilizzando una speciale rete a manta per il prelievo dei materiali galleggianti.

I risultati hanno evidenziato concentrazioni comprese tra 2,06 e 8,22 particelle per metro cubo. Un dato importante, soprattutto se confrontato con altri grandi fiumi europei: nella Senna, ad esempio, sono state rilevate in media 36 particelle/m³, e nel Tamigi circa 19 particelle/m³. Il fiume Po si posizionava quindi nettamente al di sotto di questi valori, pur rappresentando il più grande bacino idrografico italiano.

Il Manta River Project 2: una nuova fotografia, con risultati incoraggianti

Nel 2024 è stata pubblicata una nuova fase del progetto, denominata Manta River Project 2, per aggiornare il monitoraggio e valutare l’evoluzione del fenomeno. I campionamenti sono stati estesi a tratti precedentemente non analizzati e sono stati utilizzati strumenti e tecniche di analisi più sofisticati, capaci di rilevare anche le particelle più piccole con maggiore precisione.

I dati emersi confermano un cambiamento significativo: le microplastiche rinvenute risultano fortemente ridotte, con concentrazioni che vanno da 0,5 a 4,2 particelle per metro cubo. Questo indica una diminuzione sostanziale e continua rispetto alla rilevazione del 2020.

Il confronto tra i due progetti rivela chiaramente un trend positivo: in meno di quattro anni, la presenza di microplastiche nel Po è stata significativamente ridotta. In alcuni tratti, la concentrazione si è dimezzata, e in altri casi è stata persino ridotta a un quarto, evidenziando un miglioramento concreto e misurabile nel tempo.

Microplastiche e allarmismo

Negli ultimi anni si è assistito a una proliferazione di articoli e ricerche che denunciano la presenza massiccia di microplastiche nei mari e nei fiumi, spesso con toni sensazionalistici. Tuttavia, molte di queste pubblicazioni si basano su metodologie discutibili, spesso costruite ad hoc per screditare la plastica, senza una reale base scientifica solida. Inoltre, è importante ricordare che le microplastiche non sono tutte costituite da plastica: uno studio pubblicato su Science Advances, basato su 916 campioni raccolti in sei bacini oceanici, ha dimostrato che solo l’8,2% delle microfibre presenti nelle acque oceaniche è di origine sintetica. La maggior parte è composta da fibre cellulosiche (79,5%) o di origine animale (12,3%). Ciò dimostra come il problema venga spesso ingigantito includendo anche materiali naturali nei conteggi delle “microplastiche”, distorcendo la percezione pubblica.

A questa disinformazione si aggiunge un’ulteriore distorsione: si tende a dare rilievo quasi esclusivamente ai rifiuti plastici, quando in realtà rappresentano solo una piccola parte dei rifiuti complessivi presenti nell’ambiente. È fondamentale quindi affrontare il tema con equilibrio e rigore scientifico, senza cedere a narrazioni pregiudiziali.

In un contesto dove le narrazioni catastrofiste rischiano di offuscare la realtà, è fondamentale affidarsi a misurazioni oggettive e aggiornate, che possano guidare decisioni consapevoli e proporzionate. L’ambiente va tutelato con attenzione e responsabilità, ma anche con rigore e concretezza.

Sulla plastica si è detto tutto e il contrario di tutto.
Per questo è importante saper distinguere le informazioni giuste.

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