In un recente articolo pubblicato su The Economist, emerge una riflessione tanto chiara quanto necessaria: la plastica non è il nemico, se sappiamo come trattarla.
Da tempo la plastica è al centro di una narrazione spesso univoca, che tende a identificarla come principale responsabile dell’inquinamento ambientale. Ma questa visione rischia di oscurare i benefici reali e tangibili che questo materiale ha portato, e continua a portare, alla nostra società.
Come sottolinea The Economist, la plastica ha permesso progressi fondamentali in moltissimi settori: dall’edilizia alla mobilità, dall’elettronica alla conservazione degli alimenti. Senza di essa, sarebbe impensabile garantire oggi una distribuzione sicura, efficiente e sostenibile di beni essenziali in tutto il mondo.
Una bottiglia in plastica, ad esempio, pesa appena il 5% rispetto a una in vetro, abbattendo costi di trasporto ed emissioni di CO₂. Se prendiamo il caso del packaging alimentare, senza la plastica, non potremmo garantire la sicurezza alimentare a livello globale, né ridurre lo spreco di cibo deperibile grazie a confezioni sicure, leggere, resistenti ed efficienti.
La plastica ha anche contribuito a ridurre l’utilizzo di materiali naturali più impattanti, come l’avorio. Se oggi esistono circa 10 milioni di pianoforti nel mondo, è anche grazie alla possibilità di produrre tasti sintetici: una scelta che ha protetto migliaia di elefanti dall’estinzione.
Il problema, dunque, non è la plastica in sé, ma la sua cattiva gestione, come il suo abbandono nell’ambiente o il fatto che non venga interamente riciclata. Sebbene la quota di plastica riciclata sia raddoppiata negli ultimi vent’anni (l’Italia, ad esempio, ricicla già il 50% degli imballaggi post consumo e fa ampio utilizzo di plastica riciclata), c’è ancora ampio margine di miglioramento in questa direzione. Non perché non ci sia attenzione, ma perché il riciclo richiede tecnologie avanzate, investimenti e una filiera organizzata. Soluzioni concrete però esistono: dal miglioramento dei sistemi di raccolta e riciclo, alla valorizzazione delle discariche moderne, fino agli inceneritori di nuova generazione con recupero energetico e cattura del carbonio. Fortum, un’azienda finlandese, ad esempio, ha sviluppato una tecnologia per trasformare gli idrocarburi emessi durante l’incenerimento in nuova materia prima per la produzione di plastica.
Come conclude The Economist, i vantaggi offerti dalla plastica sono maggiori di quanto siamo disposti ad ammettere. L’articolo ci ricorda una verità semplice ma spesso ignorata: i materiali industriali, se gestiti male, possono danneggiare l’ambiente, ma se trattati in modo intelligente, possono essere parte della soluzione.
La plastica è un’invenzione straordinaria. Il nostro compito non è demonizzarla, ma imparare a utilizzarla e smaltirla con responsabilità. Perché la vera sostenibilità nasce dalla conoscenza e dall’equilibrio, non dagli estremismi.
Fonte: The Economist, 19 Aprile 2025, “The environment – In praise of plastics”