• Buone notizie dal terzo Rapporto sull’economia circolare in Italia n.0

Buone notizie dal terzo Rapporto sull’economia circolare in Italia

La parola “Circolare”, sostiene il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani nel suo intervento in occasione della 3° Conferenza Nazionale sull’Economia Circolare (che qui trovate in forma integrale), è diventata sempre più una parola chiave per il presente e il futuro del nostro Paese.

La notizia positiva è che l’Italia conserva la medaglia d’oro per l’economia circolare tra le principali economie dell’Unione europea.  Nella produzione circolare il nostro Paese ottiene 26 punti, con un distacco di 5 punti dalla Francia. Rispetto al 2020 l’Italia è stabile al primo posto ma senza miglioramenti significativi. Il focus del rapporto di quest’anno riguarda il contributo che l’economia circolare dà alla lotta ai cambiamenti climatici. Secondo il Circularity Gap Report 2021 del Circle Economy – che misura la circolarità dell’economia mondiale – raddoppiando l’attuale tasso di circolarità dall’8,6% (dato 2019) al 17%, si possono ridurre i consumi dei materiali dalle attuali 100 a 79 giga tonnellate e tagliare le emissioni globali di gas serra del 39% l’anno.

Lo stato dell'economia circolare oggi

Il 3° Rapporto sull’economia circolare in Italia analizza lo stato dell’economia circolare in Italia esaminando i risultati raggiunti nell’ambito della produzione, del consumo, della gestione circolare dei rifiuti oltre che degli investimenti e dell’occupazione nel riciclo, nella riparazione e nel riutilizzo.

Per ciascuno di questi aspetti è stato individuato un set di indicatori, sulla base dei quali è stato attribuito un punteggio e realizzata una comparazione fra le cinque principali economie dell’Unione europea: Germania, Francia, Italia, Spagna e la Polonia.

Sommando i punteggi di ogni settore, si ottiene “l’indice di performance sull’economia circolare” che nel 2021 conferma, come nel 2020, la prima posizione dell’Italia con 79 punti, seguita dalla Francia a 68, da Germania e Spagna a 65 e dalla Polonia a 54.

Per la produttività delle risorse, il nostro Paese crea il maggiore valore economico per unità di consumo di materia: ogni kg di risorsa consumata genera 3,3 € di PIL, contro una media europea di 1,98 €.  Il tasso di utilizzo circolare di materia in l’Italia nel 2019 è al 19,3%, superiore alla media dell’UE (11,9%).

La produzione pro capite di rifiuti urbani in Italia nel 2019 rimane costante a 499 kg/abitante, contro una produzione media europea di 502 kg/ab. Il riciclo dei rifiuti urbani nel 2019, secondo i dati ISPRA, è del 46,9%, in linea con la media europea, posizionando l’Italia al secondo posto dopo la Germania. La percentuale di riciclo di tutti i rifiuti è invece al 68%, nettamente superiore alla media europea (57%): al primo posto fra le principali economie europee.

68%quota di riciclo complessiva (media europea: 57%)

19,3%tasso di uso circolare di materia (media europea 11,9%)

3.3€ di PIL per ogni kg di risorsa consumata (media europea: 1,98€)

519000Impiegati nel settore dell’economia circolare (1,71% del totale dell'occupazione)

Il riciclo della plastica consente di ridurre l’emissione di gas serra fino al 90%

Il rapporto analizza anche la relazione fra aumento della circolarità e riduzione delle emissioni di gas serra in alcuni settori. Per quanto riguarda la plastica l’ENEA ha stimato la riduzione delle emissioni di gas serra ottenuta col riciclo della plastica fino al 90% in meno rispetto alla produzione con i derivati dal petrolio.

Il rapporto mostra i risultati di un progetto sviluppato da un’azienda italiana relativi all’impronta di carbonio (carbon footprint) di alcuni prodotti in polietilene – granulo PE, film PE, granulo PET, lastra PET, scaglia PET – di cui sono state verificate le prestazioni ambientali in riferimento al fenomeno del riscaldamento globale, quindi la quantificazione delle emissioni di gas serra relative all’unità funzionale di prodotto (stabilita pari a un kg), permettendo di individuare e intervenire sulle fasi del ciclo di vita con maggiori criticità ambientali al fine di ridurne l’impatto.

Il progetto ha comportato l’analisi delle emissioni di gas serra dei prodotti e il confronto con quelle dei corrispondenti prodotti vergini.

Dallo studio condotto si può affermare che nel 2020, a fronte di una produzione di oltre 85.000 t fra granulo PE, film PE, granulo PET, lastra PET rigenerati, si è evitata la produzione di oltre 155.000 t di CO2, corrispondenti a oltre 400.000 barili di petrolio. Il risparmio di CO2 equivale a una riduzione di oltre 100.000 automobili in un anno, pari a quelle di una media città italiana.

È quindi importante sottolineare come la rivoluzione green passi anche attraverso il riciclo della plastica, anche in questo caso il nostro Paese è un eccellenza, come si evince anche dalle parole del Ministro Cingolani:

abbiamo delle eccellenti capacità nel nostro Paese sulla plastica. Dobbiamo potenziare le nostre capacità, dobbiamo essere anche un pochino una nazione pioniera di metodi e tecnologie nuove che ci consentano di adottare normative sempre più protettive nei confronti dell’ambiente, senza ovviamente mettere in ginocchio un settore che dà una quantità di lavoro enorme e che è trasversale a tutta l’industria e la manifattura.

Sulla plastica si è detto tutto e il contrario di tutto.
Per questo è importante saper distinguere le informazioni giuste.

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