Al museo della Scienza e della Tecnologia un omaggio a Giulio Natta, inventore della plastica

Un mondo senza la plastica

La plastica è il materiale che la natura aveva dimenticato di fare“,

disse Paul Flory, Nobel per la chimica nel 1974, elogiando il materiale scoperto grazie agli studi di Giulio Natta e Karl Ziegler.

Al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano il 25 e 26 marzo 2023 si sono tenute per tutto il weekend una serie di attività dedicate alla plastica e a colui che l’ha inventata.

Giulio Natta, premio Nobel per la chimica nel 1963, ha inventato la plastica grazie alla scoperta della sintesi del polipropilene, materiale che, in qualche modo, gli ha permesso di cambiare il mondo. Infatti, senza il diffuso utilizzo che facciamo della plastica oggigiorno, sorgerebbero molti problemi: i cibi si deteriorerebbero molto velocemente portando a un aumento consistente dello spreco alimentare, i materiali alternativi sarebbero più pesanti e il loro trasporto creerebbe maggiori emissioni di CO2, non avremmo la possibilità di creare dispositivi medici come mascherine, pompe per insulina o contenitori sterili. Il nostro pianeta risulterebbe quindi ancora più inquinato e ancora più difficile da salvare.

Le plastiche precedenti

La storia di Giulio Natta e del suo premio Nobel oggi si ripercorre seguendo le tracce che sono disseminate in due luoghi: il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia e il Politecnico di Milano, dove Natta si laureò, insegnò e fece la sua scoperta. Proprio al Museo della Scienza e della Tecnologia è conservata una collezione di oggetti della Montedison realizzati tra il 1910 e il 1950: si tratta di “plastiche” precedenti alla scoperta di Natta, ma molte si stanno deteriorando, si frantumano, cambiano forma e colore e per questo si stanno studiando dei sistemi per restaurarle e conservarle in modo che possano continuare a portare la testimonianza dell’era precedente la scoperta di Natta. Questi reperti ci dimostrano infatti come le sostanze precedentemente utilizzate non avessero le stesse caratteristiche della plastica moderna, che è risultata superiore in qualità e resistenza nel tempo.

Il futuro della plastica

L’eredità di studio e innovazione lasciata da Natta abita ancora nelle aule e nei laboratori del Politecnico: la ricerca di chimica macromolecolare e industriale oggi è orientata a studiare materiali che abbiano le stesse caratteristiche della plastica ma che siano di origine naturale. Le ricerche si concentrano su materiali polimerici bio-based e sulle tecnologie chimiche verdi che supportano la produzione di queste nuove plastiche. Oggi la gran parte dei contenitori in plastica viene riciclata e la materia così ottenuta dà vita ad altri contenitori o oggetti grazie a processi di lavorazione sempre più efficienti. Per abbassare ulteriormente l’impatto ambientale della plastica, sempre al Politecnico, vengono portati avanti studi sul ciclo di vita della plastica e sul riciclo, sia esso meccanico o chimico. I frutti di queste ricerche, una volta diffusi in tutto il Pianeta, concorreranno a costruire un mondo più sostenibile.

Sulla plastica si è detto tutto e il contrario di tutto.
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